Mi sono accorta di essere entrata in premenopausa a 42 anni, quando le mestruazioni sono diventate irregolari e molto distanziate tra loro (era fine 2019 e inizio 2020 e non ebbi mestruazioni per 4 mesi consecutivi). Sulla premenopausa non ho avuto alcun dubbio quando sono arrivate le caldane, queste terribili vampate di calore che non consistono solo in una botta di caldo, durante la quale sudi come se stessi sotto il sol Leone di luglio e agosto anche se stai sotto lo zero. Le caldane sono un malessere ben peggiore di una fastidiosa botta di caldo.
Pochi mesi prima mi ero guardata allo specchio per prendere una decisione ufficiale e definitiva: non avrei avuto figli. Forse con gli anni mi sarei pentita di questa scelta, ma era il momento di decidere e questo era ciò che io volevo davvero. Il corpo, che è infinitamente più saggio di noi, deve aver capito che allora il ciclo mestruale sarebbe stato davvero un dispendio inutile, così ha deciso di entrare gradualmente in premenopausa, nonostante abbia deciso di farlo in maniera tutt’altro che silenziosa. Potresti dirmi che l’ingresso in premenopausa dopo la decisione definitiva di non procreare sia stato un caso… può darsi (anche se io non credo al caso), ma devi comunque ammettere che è stata davvero una strana coincidenza.
Cosa ho provato inizialmente?
Le caldane mi hanno portato un malessere tale da farmi perdere completamente l’equilibrio, tanto che spesso mi sentivo mancare anche se mi trovavo distesa a letto. Una sensazione di collasso che poi, fortunatamente, non si verificava. Mi sentivo molto agitata, irrequieta, triste anche.
Mi è aumentato l’appetito, soprattutto di dolci (moltissimo!), ho visto il mio corpo cambiare ed ingrassarsi. Mi sono sentita vecchia, brutta ed infelice. Ho regalato tutti i vestiti che ormai non mi stavano più bene, comprandomi maglie esageratamente grandi.
Una volta mi sono venute delle mestruazioni dolorosissime, accompagnate da vomito, diarrea e svenimento (non ti spaventare, questa è stata la mia esperienza per un mese e per fortuna non è uguale per tutte).
Questa è stata la mia prima fase, nonostante avessi tutte le conoscenze del caso e fossi una naturopata. Della serie: un conto è sapere una cosa, un conto è farne esperienza ed averne consapevolezza. Poi la naturopatia, ancora una volta, mi ha salvata.
Sono state diverse le cose che hanno aiutato il mio riequilibrio (ho scelto di accompagnare il mio corpo, e tutta me stessa, ad attraversare questa nuova, fisiologica fase, in maniera del tutto naturale), prime fra tutte alimentazione e movimento (in quel periodo scelsi di praticare il vinyasa flow, lo yoga dinamico - a questo proposito puoi guardare la diretta con Romina Cadonici in cui ne parliamo), ma ciò che davvero ha fatto la differenza è stato lavorare su me stessa a livello interiore, sulle mie emozioni e sull’accettazione di ciò che mi stava accadendo. Eh sì, perché nonostante sappia che il corpo è saggio e tutto avviene per il nostro sommo bene, ho ritenuto veramente ingiusto di entrare in menopausa così presto.
I sintomi della pre e menopausa variano di donna in donna (ci sono donne che entrano in menopausa senza neanche accorgersene, quindi stare male non è d’obbligo), ma generalmente si prova la sensazione di instabilità emozionale tradotta come irritabilità, irrequietezza, agitazione, tristezza, astenia, rabbia, stress in generale, appetito ridotto o aumentato (magari maggiormente verso il sapore dolce), ecc. E questi “sintomi emozionali” (che poi sono anche molto corporei) sono tipici di quella che in medicina tradizionale cinese viene chiamata stasi del qi di Fegato. E, sebbene la stasi di qi di Fegato porta anche sintomi più fisici che possono essere trattati materialmente (ad esempio con alimentazione e movimento), la medicina cinese sa bene che il primo, imprescindibile trattamento deve necessariamente passare per la sfera emozionale.
Io decisi che avrei iniziato a lavorare sull’accettazione, nonostante all’inizio fossi in pieno rifiuto.
La prima cosa che scelsi di fare fu tornare a meditare (la mindfulness prevede sia una meditazione formale, del tipo mi siedo e medito, sia una meditazione informale, che prevede di essere presente in ogni attività che si svolga). Meditare calma, ci centra e ci riporta dentro di noi, nel luogo più sicuro che abbiamo: la nostra casa interiore. Se mediti con costanza 20-30 minuti due volte al giorno, probabilmente non avrai bisogno d’altro, tutto verrà da sé spontaneamente.
Poi mi sono osservata, ho ascoltato il mio corpo ed ho cercato di accogliere tutto ciò che mi stava succedendo, malesseri compresi, sospendendo il giudizio. Una cosa del tipo: ok, adesso ho una caldana, mi sento male, non faccio resistenza né mi agito, la osservo respirandoci attraverso finché non passa. L’auto osservazione e l’auto ascolto mi hanno aiutata moltissimo a lasciarmi fluire attraverso il malessere, sull’onda del mio respiro, e già solo questo ha contribuito a calmarmi e, quindi, a stare meglio.
Sì, perché la quiete è uno stato molto importante a cui tendere durante la pre e menopausa. Infatti tutti, ma proprio tutti i sintomi, aumentano con lo stress: se ti viene una caldana e ti agiti peggiori tutta la situazione e starai ancora peggio di come già ti senti. Per il raggiungimento dello stato di quiete mi ha aiutato moltissimo la mindfulness (e lo yoga), ma anche l’applicazione del Nobile Ottuplice Sentiero del buddhismo zen nella mia vita quotidiana (a tale scopo, ti consiglio di leggere il libro “Profondo come il mare leggero come il cielo” di Gianluca Gotto, che, oltre ad essere un libro meraviglioso, dà consigli molto pratici da applicare ogni giorno).
La ricerca della quiete psico-emozionale è fondamentale, ma anche lo stile di vita deve diventare più sostenibile (e quindi più naturale) se vuoi raggiungere un nuovo stato di benessere. Di conseguenza anche la regolarità è importantissima in questa fase: non puoi pensare di stare bene in pre e menopausa se fai la vita sregolata di una ventenne, perché quel tipo di vita genera uno stress quanto meno fisico, che aumenta il calore nel corpo e porta ad un peggioramento dei sintomi.
Altra chiave di volta è l’accettazione, che arriva lavorando se te stessa su un piano spirituale. La menopausa è una fase fisiologica del ciclo femminile e, chiudendosi le porte della fase fertile, si apre davvero un nuovo capitolo della nostra vita (c’è chi chiama giustamente la menopausa la seconda vita di una donna). Se troviamo il modo, la saggezza, di lasciar andare ciò che è stato e non ci appartiene più, ci apriamo ad una nuova fase, anch’essa ricca di abbondanza e meraviglie, seppur diverse di quelle di cui abbiamo goduto finora. L’attaccamento al passato genera sempre sofferenza, stare nel presente porta calma e lucidità e ci predispone a ricevere una nuova gioia.
In sintesi, quindi, quali pratiche naturopatiche mi hanno aiutata a lavorare sulle mie emozioni?
- La minfulness (ed in particolare la meditazione formale);
- Il lavoro interiore per accrescere la mia consapevolezza, accettare la mia nuova situazione e ritrovare un nuovo equilibrio;
- I rimedi floreali e spagyrici.
Questi ultimi sono degli integratori naturali che lavorano sui nostri livelli più sottili e profondi e che accompagnano e sostengono il nostro lavoro psico-emozionale e spirituale. Aiutandoci a calmare e guidare la mente e gestire le emozioni.
Per me è stato un lungo e a tratti faticoso viaggio (che in realtà sto ancora compiendo), ma anche meraviglioso e del quale sono immensamente grata.
E sono certa che sarà un meraviglioso viaggio anche per te, se ti abbandonerai al flusso della vita ed imparerai a goderti questo nuovo viaggio.
PS Il mio servizio per trattare i disturbi da pre e menopausa è Nion.