Effettuare una depurazione fisica è molto importante, perché è alla base della salute, coadiuva il riequilibrio dell’organismo, dona rinnovata energia, vitalità e migliora anche aspetti psichici come la lucidità mentale. Ma non è l’unica depurazione possibile.
L’essere umano non è fatto solo di corpo fisico e neanche di solo “corpo” psico-fisico, bensì è molto più complesso. Siamo costituiti da tanti livelli, in particolare quello fisico, energetico, mentale, emozionale e spirituale. Tutti questi livelli, dal più materiale al più “sottile”, sono ugualmente importanti e contribuiscono a mantenere un organismo in salute. Questi livelli sono strettamente interconnessi e si influenzano tra loro, perciò quando sono tutti in equilibrio si ha uno stato di completo benessere, a 360 gradi, ma, quando uno solo di loro va in disequilibrio, gradualmente vanno in disequilibrio tutti quanti.
Ecco perché una detossinazione fisica è necessaria, ma non sufficiente. Ad un detox fisico è bene sempre associare un detox psico-emozionale, che riguarda appunto i “corpi” mentale ed emozionale. Un detox psico-emozionale può essere anche effettuato indipendentemente da uno fisico, ma la combinazione dei due li potenzia entrambi.
Quando è particolarmente consigliabile una purificazione psico-emozionale?
- Quando ti senti sovraccarica nei pensieri, ad esempio quando pensi troppo, hai pensieri ricorrenti che ti stressano e ti tolgono persino il sonno
- Quando ti senti appesantita emotivamente, da emozioni persistenti come rabbia, tristezza o paura
- Quando tutto questo ti genera sintomi come mal di testa, disturbi intestinali, mestruali, ecc.
- Quando stai uscendo da un periodo di sofferenza ed hai bisogno di scrollarti di dosso le negatività e rinnovarti
- Quando senti il bisogno di tornare a prenderti cura di te, di amarti di nuovo, di metterti al centro della tua vita
- Quando hai bisogno di riconnetterti con te stessa
- Ed anche quando hai bisogno di disconnetterti dal cellulare e da tutta la tecnologia che quotidianamente assorbe una gran quantità della tua energia.
Se stai già bene, un detox psico-emozionale è come una spolverata su una mensola che pulisci già tutte le settimane, mentre, se sei appesantita e non ti sei mai alleggerita con una purificazione, è come rientrare in una cantina dove non mettevi piede da molto tempo.
Se non hai bisogno di fare una profonda pulizia, questa depurazione può essere anche uno strumento di evoluzione spirituale, poiché, riconnettendoti a te stessa, ti permette di lavorare su di te, sulle tue qualità e potenzialità.
Così come in una detossinazione fisica, la parte critica su cui concentrarsi maggiormente è la prima settimana; ma, se vuoi fare un lavoro più approfondito, che sia quindi più efficace e con effetti più duraturi nel tempo, il mio consiglio è purificarsi per 21 giorni. Ormai lo ha capito anche la scienza: 21 giorni è il tempo minimo necessario per rendere abitudine un cambiamento.
Adesso ti spiegherò quali sono le tecniche naturopatiche che io utilizzo in un detox psico-emozionale:
- Tecniche di respirazione: il respiro è ciò che più di ogni altra cosa ci riallinea a noi stesse, è il nostro primo e più importante nutrimento. Respirare profondamente ci calma mentalmente ed emotivamente, e non a caso il respiro consapevole è alla base di altre tecniche, come
- La mindfulness: ti aiuta ad essere presente a te stessa, nel qui ed ora, a ripulire la mente dai pensieri, a dissolvere le emozioni, a non essere persa nel passato o preoccupata per il futuro. La mindfulness è importante anche perché facilita
- L’ascolto e l’osservazione di sè. Nella frenetica vita quotidiana spesso non ci soffermiamo ad osservare noi stesse ed ancor meno siamo in ascolto del nostro corpo. L’osservazione di sé si pratica sia con esercizi di meditazione/mindfulness, creando una testimone esterna a noi stesse che ci osserva con imparzialità (questa è anche una potente pratica alchemica); sia mentre facciamo le cose di ogni giorno, disattivando il nostro pilota automatico interno e rimanendo attente a ciò che facciamo, come lo facciamo e perché lo facciamo. L’ascolto di sé lo si pratica ascoltando con attenzione i segnali che il nostro corpo ci manda. La società in cui viviamo ci ha abituate ad ignorare, e peggio ancora a sopprimere, i messaggi del nostro corpo. C’è la pillola che ti fa passare immediatamente il mal di testa, quella che ti fa passare immediatamente il reflusso, ecc. I farmaci sono utili per curare una malattia, ma sopprimere i sintomi senza averli ascoltati e senza aver cercato di decodificare il messaggio che stanno portando, ci allontana da noi stesse, dai nostri reali bisogni e getta le basi per ulteriori disequilibri.
- La pratica del silenzio: non significa necessariamente ritirarsi in un eremo e non parlare con nessuno, (sebbene in tale maniera venga praticata negli ashram), ma significa eliminare le parole superflue (oltre che quelle non gentili e non vere) e generare anche silenzio intorno, rimuovendo tutta quella confusione di sottofondo con cui ogni giorno veniamo bombardate. Spegni il cellulare, la radio, la televisione. In particolare elimina tutto ciò che turba il tuo benessere, (come il telegiornale e la maggior parte delle trasmissioni televisive e dei quotidiani, che, oltre a turbarti, manipolano il tuo modo di pensare). E rimani in ascolto di ciò che è sotto il rumore assordante e venefico: mettiti in ascolto di te e ascolta attivamente anche gli altri, sospendendo ogni pregiudizio o giudizio su ciò che è giusto o sbagliato secondo te. Questo è un esercizio che davvero può contribuire alla tua crescita interiore e a migliorare le relazioni che intessi con gli altri.
- La pratica del perdono. Mi sono capitate clienti che ho potuto aiutare molto con l’alimentazione ed i rimedi naturali, ma sapevo che non avrebbero mai ritrovato l’equilibrio se prima non si fossero liberate dal rancore che portavano dentro. Per una madre castrante, per un padre assente… Niente le potrà guarire davvero se prima loro non perdonano dal profondo del loro cuore. Perdonare non significa giustificare la persona che (riteniamo) ci ha fatto del male, né sforzarsi di comprendere perché l’ha fatto. Perdonare significa accettare quello che è accaduto e finalmente liberarsene, lasciandolo al proprio posto, lontano nel passato. Perdonare non significa liberare, ma liberarsi. A volte è l’ultimo, necessario passo per la guarigione.
- La floriterapia: i rimedi floreali lavorano sul piano psico-emotivo ed agevolano quindi il riequilibrio dei livelli mentale ed emozionale, contribuendo a trasformare pensieri ed emozioni depotenzianti in pensieri ed emozioni potenzianti. Sono un utile supporto nella depurazione psico-emozionale.
- La spagyria: è una tecnica di preparazione di fitoderivati molto antica, che ha le sue radici nell’alchimia. I rimedi spagyrici vengono preparati considerando i cicli naturali, come ad esempio le stagioni, le fasi lunari e i moti dei pianeti. Per questa ragione agiscono sia sul piano fisico, che sui livelli più sottili, fino ad arrivare anche al piano spirituale.
- Ed ultimo, ma forse è il più importante di tutti perché tutti li racchiude: il contatto con la natura. Riconnetterci con la natura è un ritorno a dove veniamo, alle nostre origini, perciò non può far altro che portarci benessere e serenità.
Se tutto questo ti sembra difficile, è perché ormai la normalità è l’essere bersagliate ogni giorno con stress proveniente da ogni fronte. Ma questa normalità non è naturale e quindi non è benefica. Continua la tua vita quotidiana, ma vivila in maniera diversa, prendendoti spazi e tempi per te e permettendoti di sperimentare un nuovo modo di pensare, di sentire e di vederti.
PS Se vuoi eseguire una purificazione psico-emozionale, Beithe è la consulenza che fa per te, perché con essa ti guiderò in queste pratiche attraverso specifici esercizi.